Cesarina Ferrari Ronzoni
da “Icone mariane di ieri e di oggi sui muri delle nostre case” – Edito dal Comune di Meda
L’icona della Colombera
« […] Con Alberto Ceppi la scultura in terracotta, da tecnica duttile e di piacevole effetto, diventa mezzo di espressione personale. In questa poderosa robbiana policroma, che si impone per la “povertà spoglia” d’inutili orpelli e per la “grazia spontanea”, gli alberi della brughiera “articolati secondo morbidi passaggi in chiaroscuro, in equilibrate rispondenze di ritmi plastici”, sembrano modellare e fissare un canto sempre uguale di perenne dolcezza: l’artista si compiace di effetti pittorici giocando su un brillante cromatismo e moltiplicando gli elementi descrittivi.
Ma il sistema decorativo tecnicamente perfetto, “legando gli elementi plastici e cromatici in una sintesi di costante qualità artistica”, nello stesso tempo sa creare la cupa simbologia della “selva oscura” in cui, come per Dante, così anche per Aimo e Vermondo “la diritta via era smarrita”.
[…] Gli anni trascorsi alla scuola di Messina e di Manzù e l’ispirarsi ai grandi maestri. dell’Umanesimo e del Rinascimento hanno trasmesso al Ceppi “il gusto per un classicismo edonistico d’impronta medievale” verificabile in quest’icona, “ma la castità delle forme e di accenti con cui egli lo interpreta va a toccare piuttosto il clima dell’Angelico: così come certa gravità delle sue figure parte da Nanni di Banco e si anima di drammatico gotismo alla Jacopo della Quercia… Ma il peso plastico delle figure stesse, la loro nobile “ponderatio” è ben dentro il cuore del Rinascimento e ci dice che… Michelangelo, Brunelleschi, Donatello e persino Piero della Francesca sono presenti all’artista e non solo Luca della Robbia.»